Occhio all’ozono, l’intruso invisibile
L’ozono (O3) è un gas presente nella stratosfera, la porzione di atmosfera situata tra 10 e 48 km di distanza dal suolo, molto importante poichè protegge le forme di vita terrestri dai pericolosissimi raggi UV. Se negli anni passati si è parlato tanto del cosiddetto “buco nell’ozono”, ha fatto recentemente la sua apparizione un altro potenziale fenomeno pericoloso: l’intrusione al suolo.
A differenza del “buco” questa volta il colpevole non è l’uomo, ma bensì la natura. Il fenomeno è stato rilevato il 6 aprile in Colorado, dove, a causa di particolari condizioni di pressione e circolazione dei venti, aria stratosferica ricca di ozono è discesa nella troposfera al livello del suolo, innalzando le concentrazioni a livelli pericolosi per la salute umana.
L’ozono stratosferico che si forma naturalmente in seguito all’interazione tra i raggi solari e le molecole di ossigeno presenti, costituisce un sottile film protettivo ed è solitamente slegato dall’ozono troposferico, di origine antropica. Elevate concentrazioni di questo gas al suolo possono danneggiare il tessuto polmonare e aggravare notevolmente le condizioni di salute di soggetti sensibili, come ad esempio gli asmatici.
L’evento ha suscitato curiosità e interesse nel mondo scientifico, ma anche preoccupazione: è stato un caso eccezionale oppure no? Avanzati modelli di simulazione basati su dati satellitari e di terreno hanno messo in evidenza che il fenomeno è, in un certo qual modo, sporadico ma costante e che gli episodi di intrusione sono più frequenti nelle regioni montane durante le stagioni estive e primaverile.
In seguito a quanto accaduto ed emerso dagli studi, l’U.S. Environmental Protection Agency ha subito potenziato le stazioni di monitoraggio nelle aree sensibili, al fine di tenere sotto controllo la situazione e definire con maggiore precisione l’entità del fenomeno.
Devis Ferrarato
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