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Posted by on Giu 25, 2014 in Ambiente, Geologia, Global Warming | 1 comment

Giganti dell’oil & gas pronti a sfruttare il petrolio artico

Giganti dell'oil & gas pronti a sfruttare il petrolio artico

A causa del progressivo scioglimento dei ghiacciai, il mare artico sta emergendo progressivamente sempre di più, come una terra promessa per le compagnie petrolifere, costantemente in cerca di quell’oro, nero, ogni giorno utilizzato in tutto il mondo.

I giganti dell’oil & gas guardano al futuro, il proprio futuro, e sono pronti ad esplorare e a sfruttare l’Artico, una delle più grandi regioni rimanenti al mondo per risorse petrolifere e di gas naturale. Le stime dell’US Geological Survey parlano chiaro, più del 20% delle riserve mondiali di idrocarburi ancora da scoprire è situata nell’Artico e, principalente, in Russia.

Ecco che allora, con “occhi luccicanti”, le compagnie petrolifere mondiali si fanno avanti, pronte ad affrontare le rigide temperature polari e le difficili condizioni operative, sviluppando nuove tencologie e modelli di business innovativi per rendere economicamente vantaggiosa l’esplorazione prima, e lo sfruttamento poi, dei giacimenti presenti.

Ma i gruppi ambientali e le organizzazioni non governative come Green Peace sono già pronte a dar battaglia: l’esplorazione e lo sfruttamento del petrolio artico e delle riserve di gas naturale presenti danneggerebbe non solo un fragile ecosistema, sede di specie al limite dell’estinzione come gli orsi polari e i cetacei, ma potrebbe addirittura accelerare i processi di cambiamento climatico. E’ inoltre da considerare che una fuoriuscita di petrolio off-shore causerebbe un danno ambientale di proporzioni nettamente superiori a quelle del disastro della BP accaduto nel 2010 nel Golfo del Messico.

Vincerà il buon senso o vincerà l’avidità e la cupidigia? In un pianeta fortemente condizionato dallo sfruttamento delle risorse dove si dovrebbe investire sempre più nelle energie rinnovabili siamo purtroppo ancora una volta alla mercé dei potenti, guidati dal “Dio Denaro”.

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