Maccalube di Aragona tra scienza e tragedia
Nella riserva naturale delle Maccalube di Aragona si possono vedere le manifestazioni più rilevanti in Sicilia del vulcanismo sedimentario, caratterizzato da eruzioni improvvise di gas naturali che, trasportando in superficie acqua e argilla, formano caratteristici vulcani di fango che possono raggiungere diverse altezze.
Manifestazioni che trovano origine dalla spinta dei sedimenti sepolti, favorita dall’aumento della pressione interstiziale dei fluidi all’interno degli stessi. Quando queste pressioni superano la spinta esercitata dalle rocce soprastanti si ha la risalita in superficie dei sedimenti sepolti, che culmina in veri e propri getti di fango.
I fluidi presenti nei sedimenti delle Maccalube di Aragona sono costituiti da acque di origine marina e gas, quali ad esempio metano, propano, azoto e anidride carbonica, derivanti dal mantello terrestre e risaliti per degassamento dello stesso “ad opera” delle spinte tettoniche che caratterizzano la regione (spinte compressive tra la placca africana e quella euroasiatica).
Le eruzioni di fango possono raggiungere e superare anche i 40 metri di altezza, come quella improvvisa e senza preallarmi finita in tragedia questo sabato, 27 settembre, che ha travolto due innocenti bambini, Carmelo e Laura, di 7 e 9 anni, e il loro padre Rosario, unico sopravvissuto.
Un evento drammatico, per il quale parole non bastano a portare cordoglio, un evento drammatico che ancora una volta mette la scienza e l’uomo alle strette e deve, necessariamente, fare pensare.
Devis Ferrarato
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