La fisica delle sculture e delle forme della natura
Archi, colonne, piramidi o addirittura animali, se pensiamo ai famosi “elefanti” della Sardegna, numerose sono le forme che la natura crea con fantasia e meticolosità nel corso degli anni grazie agli agenti del modellamento come aria e acqua. Ma c’è un ulteriore fattore da considerare: la gravità! Una recente ricerca della Charles University di Praga ha infatti dimostrato che vento e precipitazioni non bastano a modellare la roccia regalandoci splendide forme e che la gravità gioca un ruolo preponderante, sia per la loro formazione che per la loro conservazione.
“L’erosione elimina parte del materiale, ma non crea la forma” dice Jiri Bruthans, idrogeologo e coordinatore della ricerca. Altri fattori, come le tensioni litostatiche presenti all’interno del corpo litoide e derivanti dal peso della roccia stessa ne influenzano “l’erodibilità”, determinandone conseguentemente la forma.
Rocce sedimentarie, come l’arenaria ad esempio, se sottoposte a piccole pressioni sono facilmente erodibili, ma raggiunto un certo valore critico, diventano estremamente resistenti. Quello che succede, ad esempio nella formazione degli archi di arenaria o dei pilastri di roccia, è che i processi erosivi sottosquadrano il materiale in maniera tale da generarne un possibile collasso, ma, in quel momento, le tensioni litostatiche presenti all’interno della roccia contemporaneamente si distribuiscono lungo il materiale rimanente e, raggiunta una pressione “critica” fanno sì che il materiale diventi incredibilmente stabile e resistente. A seconda della ditribuzione della pressione, governata verosimilmente dalla gravità, la roccia assumerà quindi una determinata forma.
Comprovata da evidenze di campo e modellazioni numeriche, questa nuova teoria spiega la fisica che governa la formazione degli archi di arenaria, dei pilastri di roccia e di molte altre bellissime forme della natura, visibili ed ammirabili nei deserti rocciosi di tutto il mondo. Ma la complessità della natura rimane tale ed immensa da non poter essere sempre facilmente spiegata, poiché, come dice Burthans, “a contare sono le condizioni iniziali”.
Devis Ferrarato
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